Riportiamo di seguito
un riassunto del contenuto delle due “lezioni di vita consiliare”
tenute al Gruppo di Quartiere Chiesa Rossa dal portavoce Giuseppe
D’Apote e dall’attivista di Zona 4 Gianluca Corrado, fortemente
volute dallo stesso GdQ al fine di partecipare in modo sempre più
proficuo ed efficiente alla vita della Zona. Ad entrambi gli incontri
sono stati presentati esempi di mozioni per rendere le spiegazioni
più comprensibili.
Lezione di
Giuseppe D’Apote (consigliere di Zona 5)
Viale
Tibaldi, 21/02/2014
Presenti: Giuseppe D’Apote,
Marialaura, Silvia, Stefano Vitale, Daiana, Massimo, Francesco,
Paolo, Marco
Che cos’è una MOZIONE?
- E’ lo strumento principale con il quale si agisce e interviene in Consiglio di Zona.
- Può essere scritta a casa, autonomamente, e portata in CdZ sia da un consigliere che da un qualsiasi cittadino.
- Può essere accompagnata da una petizione contenente almeno qualche decina di firme, che la avvalora e le dà maggior considerazione; anche se non obbligatorio, è meglio che accanto alle firme compaia il numero di un documento d’identità.
- Può essere o meno urgente. Quando lo è significa che ha ricevuto almeno il 50% delle firme di approvazione dei consiglieri presenti in sala dopo una prima lettura.
- La mozione urgente viene riletta e votata ufficialmente (i consiglieri che l’hanno firmata, anche se improbabile, potrebbero anche decidere di non votarla).
- La mozione approvata non è necessariamente resa operativa, nel senso che viene impugnata dal Comune e dai vari organi competenti che, a quel punto, impiegheranno il loro tempo per attuarla, eventualmente incappando nei problemi e negli intoppi del caso.
- Una mozione non urgente o non approvata è di solito accantonata, per quanto si è liberi di ripresentarla in qualsiasi momento, specie se insorgono cambiamenti che potrebbero favorirne l’eventuale approvazione.
- La struttura di una mozione si articola in tre punti: un “premesso che”, un “considerato che” e un “si richiede”.
Lezione di
Gianluca Corrado (attivista di Zona 4)
Via
Pomponazzi 22, 05/03/2014
Presenti: Gianluca, Marialaura,
Daiana, Massimo, Stefano, Paolo
Quali sono gli
strumenti possibili per agire in Consiglio di Zona?
Ve ne sono tre:
mozioni, interrogazioni e emendamenti.
- I primi due hanno una struttura simile, pur differenziandosi nello scopo: le mozioni hanno lo scopo di impegnare il Consiglio ad adoperarsi per una certa azione, le interrogazioni vogliono invece porre ad esso delle domande a un certo riguardo.
Entrambe
presentano la seguente articolazione interna, seppur passibile di
lievi modifiche:
- in alto a destra: data, luogo ed elenco degli interlocutori (tra i quali non dovrebbe mai mancare il Presidente del CdZ – anche se si presenta la mozione in una Commissione - , eventuali enti competenti come Polizia Locale, AMSA, ATM, ecc..)
- oggetto della mozione (in cui evitare la parola “mozione” o “interrogazione”)
- “premesso che”, in cui si individua il problema (cercando di restare asciutti e concisi)
- “considerato/ritenuto che”, in cui si descrivono le conseguenze del problema e gli eventuali benefici che porterebbe la soluzione che si va a proporre (in questa sezione si può essere più prolissi e tendenti alla “promozione” delle proprie idee)
- “si chiede che”, in cui si formula la propria richiesta (cercando di farla in termini di discussione in un’apposita Commissione, il cui referente sarà indicato tra i destinatari).
- Un emendamento è una richiesta di modifica a un atto già scritto, di solito, dalla maggioranza. Ha una struttura quasi sempre non articolata in punti ma, trattandosi di riferimenti ad atti, è più tecnico e può comprendere numeri e codici di leggi, decreti, ecc.. (che invece si possono ben omettere in mozioni e interrogazioni, a meno che non si tratti di un illecito per il quale siano utili citazioni e rimandi). Di solito possiede una struttura in cui si individua il problema dovuto all’atto per come già scritto e si propone la modifica o aggiunta da introdurre.
- Un qualsiasi cittadino può portare una mozione in CdZ, chiedendo di parlare nella prima mezz’ora della seduta e portando con sé un’eventuale petizione che la avvalori e citata nel punto “considerato che” ; per parlare in Commissione, invece, c’è bisogno di previa iscrizione.
- Il consigliere o cittadino che propone una mozione ha sì con sé un canovaccio, ma è libero di parafrasare e interpretare; naturalmente, di qualsiasi intervento diverso dal testo non rimarrà “traccia” in CdZ.
- Ogni Consiglio di Zona ha il suo regolamento interno, che sarebbe bene studiare; in Zona 4, ad esempio, sembra non esista una netta differenza tra mozione urgente e non urgente; semplicemente, per avvalorare una mozione/interrogazione e divulgare la reazione ad essa, i cittadini possono seguire il loro Portavoce in CdZ filmando il tutto e mettendolo in streaming (per tale operazione bisogna farne prima richiesta al Presidente).
- Alle Commissioni possono essere invitati gli enti e organi territoriali interessati, anche se non è detto che questi partecipino.
- Esistono mozioni che non sono appannaggio di singole zone, ma che tutte potrebbero presentare insieme e condividere tramite gli appositi canali; in quel caso, tra gli interlocutori vanno citati il Sindaco e gli assessori competenti (di cui è molto facile trovare i nomi sul sito del Comune di Milano).
Alla
luce delle nozioni acquisite il GdQ Chiesa Rossa si impegna a
lavorare fin da subito per estrarre dalle proprie riunioni effettive
mozioni da presentare in Consiglio di Zona e di cui seguire con
attenzione gli sviluppi, sempre lavorando a stretto contatto con gli
Attivisti (già impegnati nel seguire Commissioni e riunioni del CdZ)
e, si spera più di ogni altra cosa, con gli attuali e futuri
Portavoce di Zona 5.