lunedì 24 giugno 2013

Chiesa Rossa/Abbiategrasso: Documento finale del 24 giugno 2013


Documento finale GdQ Chiesa Rossa

Tema: Essenza e finalità dei Gruppi di Quartiere tra tradizione e innovazione



Si affronta il tema, al tempo stesso “atipico” e di stringente attualità, dell’essenza e dell’utilità dei Gruppi di Quartiere, di cosa andrebbe conservato e difeso tra le loro caratteristiche originarie e quanto, invece, andrebbe modificato e/o migliorato alla luce delle incredibili novità politiche che sono subentrate dalla loro nascita ad oggi. Al punto 2, in particolare, le decisioni prese riguardano senz’altro il nostro Gruppo di Quartiere Chiesa Rossa, ma ci si augura che la diffusione di questo Documento possa far riflettere e aprire una simile discussione anche in altri quartieri e in altre realtà.



1. Principali osservazioni emerse:

  • Il Gruppo di Quartiere deve mantenere il proprio legame con il territorio, sia nel senso che deve proseguire a trattarne le problematiche sia in senso puramente “geografico”, cioè deve rimanere il polo di riferimento del MoVimento 5 Stelle per il quartiere in cui sorge, soprattutto per tutte quelle persone che non possono o non vogliono conoscerci solo tramite internet, ma desiderano avere un contatto fisico con noi.
  • Oltre ad essere legato al territorio, il GdQ può e deve proseguire nell’essere luogo di discussione di tematiche anche più vaste e di ampio respiro, che esulano dal contesto locale ma che spesso e volentieri hanno in esso il loro trampolino di lancio, arrivando ad abbracciare realtà provinciale, regionale e nazionale.
  • La discussione - ad ogni livello - del GdQ non deve rimanere sterile e vana, ma da ciascuna tematica in esso affrontata deve scaturire una proposta di legge, una mozione, un’azione concreta che esprima l’essenza del MoVimento 5 Stelle: la capacità da parte del cittadino di fare davvero qualcosa con le proprie mani per la realtà in cui vive.
  • Date le novità politiche e la crescente popolarità del MoVimento, accompagnata da un’immancabile diffidenza e mala/disinformazione nei suoi confronti, il GdQ dovrebbe diventare, coadiuvando in ciò gli sforzi con il lavoro degli attivisti, centro di diffusione dell’informazione sull’operato del MoVimento, punto in cui si diano risposte semplici ed efficaci a tutti i cittadini che rivolgono domande, esprimono dubbi e perplessità, dando finalmente un quadro chiaro e veridico di ciò che il MoVimento è e fa.
  • La realtà politica si è profondamente rivoluzionata da quando i GdQ sono nati: prima potevano essere espressione di civismo puro, oggi sono diventati inesorabilmente strumenti “politici”: andrebbero perciò creati nuovi gruppi e rimpolpati quelli già esistenti con nuove “leve”, già cresciute in questo nuovo scenario politico e perciò potenzialmente adatte a rivestire i nuovi ruoli che, a partire dall’esperienza del GdQ, vorranno rivestire.
  • Troppo spesso i GdQ sono nati e subito si sono dissolti perché le persone si sono sentite “inutili”, hanno creduto di perdere tempo: all’interno dei Gruppi, soprattutto quelli più recenti, al fine di accattivare la vicinanza dei partecipanti, si dovrebbe chiarire fin dall’inizio qual è il lavoro da fare e suddividersi i vari compiti (che siano di comunicazione, logistici, ecc..), a seconda delle capacità e disponibilità di ciascuno.
  • Si ribadisce l’efficacia del metodo dei tre minuti a testa nell’ambito delle riunioni del GdQ, il solo sistema che finora ci ha permesso di portare a termine positivamente tante discussioni, permettendoci di esprimerci con continuità, concisione e, soprattutto, nel rispetto della libertà di espressione degli altri.
  • Al di fuori si ha spesso una percezione confusa e sbagliata dell’essenza e del lavoro dei GdQ, che a volte sono confusi con le riunioni degli attivisti o con i Gruppi di Lavoro: tra le cose da chiarire ai cittadini vi è perciò la suddivisione interna tra le varie componenti del MoVimento e, soprattutto, il fatto che si tratta solo ed esclusivamente di una distinzione nominale, e che le nostre attività sono tutte complementari tra di loro e non si escludono l’un l’altra.

2. Decisioni prese e soluzioni trovate alle eventuali criticità emerse nel punto1.:

  • Il GdQ proseguirà a trattare sia argomenti legati al territorio sia argomenti più vasti; in ambo i casi si farà di tutto perché quanto discusso si traduca in un’azione concreta, ma ciò necessiterà di modalità diverse a seconda dell’argomento: per i temi più squisitamente “di zona” o “di quartiere”, o che comunque non implicano competenze particolari, le nostre proposte saranno costantemente inoltrate ai consiglieri di zona, che saranno chiamati alla nostra attenzione ogni qual volta ne sarà pronta una, e dei quali si monitorerà l’attività conseguente. Per temi su scala più vasta o richiedenti competenze al di là di quelle in nostro possesso, sarà fondamentale il supporto dei Gruppi di Lavoro, dei quali auspichiamo un “restauro” - laddove necessario - affinché possano assisterci prontamente in ogni nostra necessità.
  • Ribadendo l’estrema utilità ed efficacia dei banchetti dislocati sul territorio nella loro attività di informazione, si riconosce l’importanza che potrebbe avere in questo senso anche l’azione dei GdQ, e perciò si decide di destinare un tempo di massimo trenta minuti all’inizio di ogni riunione (prima dei “giri di tavolo”) a libera discussione, per scambiarci opinioni, informazioni e darne ad eventuali nuovi arrivati.
  • E’ ora di aprire i nostri tavoli di lavoro, ormai collaudati e frequentati da persone in confidenza tra loro, anche a nuovi cittadini, che hanno avuto tempo di “affezionarsi” al MoVimento in questi anni e vorrebbero entrare a farne parte: ci proponiamo di pubblicizzare tramite attacchinaggio, con una frequenza da decidersi, le riunioni del GdQ, allo stesso efficace modo in cui fu fatto all’inizio, più di tre anni fa.
  • Poiché è chiaro che non è possibile allo stesso tempo portare avanti le nostre discussioni e gestire le ovvie necessità dei nuovi arrivati, prevediamo di dedicare la prima riunione in presenza di nuovi cittadini alla spiegazione di cos’è un GdQ e di come lavora (scelta dell’argomento, metodo dei tre minuti, ecc..); per la prima volta o anche di più, a seconda delle necessità, i nuovi potranno fare da auditori, per capire davvero come funziona il GdQ ed assimilarne i meccanismi, e quando pronti potranno entrare a far parte anche loro dei giri di tavolo. Se ci sarà il numero necessario di partecipanti, si potrà pensare di dar vita a più tavoli o, addirittura, a un nuovo GdQ.
  • Per catturare l’attenzione dei nuovi arrivati ed evitare la loro dispersione, sarà bene entrare subito in conoscenza delle loro passioni, aspirazioni, competenze, eventuali novità e “manodopera” che potrebbero apportare al MoVimento: in quest’ambito chiariremo subito che, oltre al GdQ, ci sono altre realtà delle quali potrebbero entrare a far parte, come gli Attivisti e i Gruppi di Lavoro, poiché in molti potrebbero preferire fin da subito al lavoro prettamente “teorico” del GdQ un’attività più concreta e “pratica”, quale quella dei suddetti gruppi.
  • Al fine di garantire una maggior continuità delle discussioni e una partecipazione più attenta e motivata, si decide di rendere più frequenti le riunioni del GdQ, soprattutto quelle che trattano uno stesso argomento prima della stesura del Documento Finale: si cercherà, in particolare, di dare agli incontri una cadenza di uno ogni due settimane, decidendo alla fine dell’ultima riunione l’argomento da trattare nella successiva.

3. Argomenti concernenti il tema in esame e altri spunti e proposte:

  • Si è parlato dell’importanza del GdQ come “amplificatore” dei messaggi e dell’operato del MoVimento sul territorio, e dell’essenzialità, perciò, del “fattore Comunicazione”: ci si dovrebbe dotare di una vera e propria macchina informativa efficace e capillare, di una sorta di “redazione” locale che si occupi di comunicare alle persone chi siamo e come possiamo essere loro utili, a mezzo stampa o tramite gli altri mass media. Una cosa simile rientrerebbe perfettamente nel discorso sopra citato della suddivisione dei compiti e delle abilità, ma necessita ovviamente di essere ben definita e programmata in riunioni apposite, cosa che ci proponiamo senz’altro di fare.
  • Un proposito del genere non può prescindere da una sempre maggiore informatizzazione e telematizzazione degli strumenti in nostro possesso, di pari passo con la capacità di dare un’assistenza seria e pronta ai cittadini che ne fruiscono per conoscerci.
  • Tra gli argomenti collaterali più “stringenti” che sono stati menzionati vi è senz’altro la volontà, da parte di molti, di fare dei GdQ degli strumenti di monitoraggio dell’attività dei nostri Portavoce, soprattutto a livello locale ma anche, possibilmente, a livello più “alto”. Le prossime riunioni saranno proprio dedicate a questo argomento, ossia al rapporto e alla comunicazione con i Portavoce, per cui elementi al riguardo emergeranno sicuramente in quelle occasioni.



24/06/2013 Daiana Filloramo