martedì 13 maggio 2014

Chiesa Rossa: Verbale del 13 maggio 2014


Verbale riunione GdQ Chiesa Rossa
13/05/2014



Presenti: Massimo, Daiana, Marialaura, Silvia, Stefano, Franco, Fabio Scatena, Valentina Lorè, Valerio Volpi.


Fabio, Valentina e Valerio, essendo alla loro prima partecipazione a un GdQ, sono invitati a fare da auditori per apprendere le dinamiche del gruppo, come di consuetudine; come si vedrà, parteciperanno - per quest’oggi - solo all’ultimo giro di tavolo.
Per decidere l’argomento di discussione si passano in rassegna quelli provvisoriamente “esclusi” nell’ultima riunione, ai quali, ovviamente, si dà la possibilità di aggiungerne altri di nuovo interesse. Così, dopo un doppio giro di tavolo in cui a “battersela” sono stati il tema della riduzione del traffico in piazza Abbiategrasso (ripreso tra le possibili scelte dell’ultima riunione e sicuramente da riproporre nelle prossime) e quello del potenziamento della raccolta differenziata, eventualmente prendendo in considerazione l’esperimento di raccolta remunerata (argomento nuovo, inizialmente proposto da Massimo sull’esempio di realtà che già la sperimentano), ad avere la meglio è proprio quest’ultimo, per quattro voti contro due.
Segue la trasposizione dei giri di tavolo sull’argomento in questione, sicuramente da esaurire in almeno un’altra riunione dedicata.


Marialaura: “Sarebbe bello se la Zona 5 sperimentasse l’idea della raccolta differenziata remunerata, sarebbe un ‘vanto’ per il nostro Consiglio di Zona! Si potrebbero installare uno o più punti in Zona dove si consegnino i rifiuti riciclabili e si riceva un certo compenso, ad esempio mettendoci un pensionato, un esodato, qualcuno che sia pagato per svolgere questa mansione (pur non avendo nulla in contrario alle macchine automatizzate). Secondo me, ad esempio, punti del genere dovrebbero essere fissi nei centri commerciali o nei grandi negozi, dove la gente passa sempre più tempo e dove si producono sempre più rifiuti. Ricordiamo, comunque, che uno degli scopi principali della politica del MoVimento è quello del Rifiuto Zero, cioè di arrivare a non produrre più rifiuti per come comunemente li intendiamo, ossia cose da buttar via e non più utilizzabili e sfruttabili in alcun modo.”

Stefano: “Mi piace molto questa idea, il fatto che la raccolta differenziata sia remunerata potrebbe invogliare tutti gli italiani a farla! E poi ce n’è di tempo prima che si raggiunga l’obiettivo del Rifiuto Zero, per cui intanto bisogna darsi da fare in qualche modo! Per me andrebbe bene installare queste macchine in qualsiasi posto, solo bisogna informarsi su chi ha le competenze necessarie per attuare una cosa simile, se la Zona o il Comune, o se si può far riferimento a una specifica Commissione e in che modo… “

Franco: “Anch’io accolgo l’idea di queste “riciclerie” distribuite sul territorio. Pensiamo di presentarla come mozione in Consiglio di Zona o di inserirla nel Programma? Se le due cose non si escludono, potremmo farle tutte e due! Penso alle bottiglie di vetro: una volte le si rendeva, perché non possiamo fare così ancora oggi? C’è chi dice che è perché se ne rompono troppe, ma in realtà se ci si informa si scopre che solo una bottiglia su dieci si rompe!”

Silvia: “Io credo che tutto ciò di cui parliamo e le soluzioni che proponiamo avranno breve durata se ciò a cui tendiamo è il Rifiuto Zero! Quanto al compenso, sono del parere che sarebbe meglio dare qualcosa di diverso dai soldi, come ad esempio biglietti dei mezzi pubblici (come fanno i Giapponesi), altrimenti ci sarà sicuramente assalto e sciacallaggio verso questi punti di raccolta… Insomma, servizi e non soldi. Per fare una prima sperimentazione, si potrebbe chiedere all’AMSA se nella nuova ricicleria sulla Pavese si può installare qualcosa del genere; si tratterebbe di agire a livello comunale, il che potrebbe non essere impossibile visto anche l’interesse del Comune a cooperare con la grande distribuzione nella vendita dei liquidi alla spina.”

Massimo: “Potremmo collegare a questa mozione sui punti di raccolta remunerata la richiesta di agevolare i negozi che, in Zona, fanno vendita al minuto, al dettaglio, per ridurre le confezioni dei prodotti. Anch’io concordo sul sostituire, ove possibile, la remunerazione in servizi a quella in denaro, e sul tenere fissi questi punti nei centri commerciali e nei grandi negozi, dove c’è sempre più gente e si producono sempre più rifiuti. Dalla nostra mozione dovrà emergere che tutto ciò che vogliamo è in vista del traguardo Rifiuti Zero, e che quindi quello che proponiamo è in qualche modo una soluzione temporanea. Anche se il suddetto traguardo sembra molto lontano, credo che possiamo farcela, specie andando al governo! Intanto mi chiedo se il CdZ possa essere istituzionalmente uno degli attori in gioco: informiamoci per bene, anche per quanto riguarda l’aspetto tecnico e pratico, studiando le esperienze già fatte da altri con la raccolta differenziata remunerata.”

Daiana: “Sono molto favorevole a questa idea, essendo da sempre particolarmente affezionata all’idea di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata; concordo sul remunerare in servizi piuttosto che in soldi, eventualmente studiando soluzioni ad hoc. Segnalerei inoltre un punto che mi sta molto a cuore, che è quello di sensibilizzare le grandi aziende alimentari (molte con sede a Milano, peraltro) sulla riduzione degli incartamenti dei prodotti, che sono davvero eccessivi e troppo voluminosi, magari chiedendo che siano agevolate in qualche modo quelle che ne utilizzano di meno e che, almeno, mettano in bella vista le icone che indicano come smaltire le varie parti della confezione (icone che, ad oggi, solo pochissimi marchi utilizzano e stampano sulle confezioni).”

Marialaura: “Quanto alle bottiglie di vetro di cui parlava Franco, a quanto ne so costa più riciclarle che buttarle via, perché arrivano da tutta Italia e anche da fuori, posti dove sarebbe molto oneroso farle tornare (senza contare che ogni bevanda, il vino in particolare, ha bottiglie fatte in un certo modo che non possono essere riciclate per altri prodotti). Quanto alle macchine per la raccolta remunerata, pur non avendo nulla in contrario alle cose automatizzate, possono andar bene ad esempio in Giappone, dove la gente è civile ed educata, mentre in Italia già si sa che ci si butterebbe dentro qualsiasi cosa pur di avere il previsto compenso (a meno che non siano fatte in modo da “rilevare” il tipo di rifiuto che vi si sta introducendo): deve esserci una persona a gestire e controllare, non possiamo farne a meno! So che questa persona andrà pagata, e a questo punto si potrebbe chiedere un aiuto finanziario al Consiglio di Zona, che potrà almeno contribuire in tal senso.”

Stefano: “Purtroppo devo concordare che qui in Italia le macchine verrebbero facilmente boicottate, quindi o le si tiene sotto stretto controllo con telecamere e altri dispositivi o si tiene sul posto una persona a gestire e controllare il tutto. Ovviamente ci sarà da informarsi e capire bene come mettere in moto la cosa, io personalmente non ne so molto… Quanto al compenso, sono più per i soldi (anche pochi) che per altre cose, poiché almeno sono usufruibili davvero da tutti: se si dessero biglietti del tram, ad esempio, cosa me ne farei io che ho l’abbonamento? Rischieremmo di stimolare meno gente a fare la raccolta differenziata… Per quanto riguarda le cose da scrivere nella mozione, invece, non credo sia una buona mossa quella di precisare che tutto ciò è solo una soluzione provvisoria: potremmo passare per poco convinti di quello che facciamo.”

Franco: “Mi soffermerei sulla questione della macchina: io, personalmente, preferisco recarmi dove c’è un essere umano, come quando, in autostrada, sono più contento se mi trovo al casello con la persona piuttosto che a quello automatizzato! Tenderei a dare fiducia alla persone, anche perché senza di essa tutto ci diventerebbe impossibile!”

Silvia: “Vero che questa scelta della persona presente creerebbe anche dei posti di lavoro, l’idea in sé mi piace, solo che il mondo va nel senso contrario, cioè quello dell’automatizzazione! Quindi dovremmo anche prendere in considerazione l’idea che quella persona possa non essere pagata, essere un volontario, quali siamo noi attivisti da tanto tempo… L’importante è che in qualche modo si controlli quello che avviene in questi punti e che la raccolta differenziata remunerata si svolga in modo civile e senza intoppi. Quanto al passare all’azione: come sempre, tutto sta a capire chi è che ci guadagnerà! Solo così potremo individuare la giusta strategia senza essere “abbandonati”. Ad esempio, chi è che ci ha guadagnato in quei pur piccoli paesini dove l’esperimento è già stato attuato?”

Massimo: “E’ quasi paradossale doversi chiedere ‘a chi giova?’, perché in realtà, giovando alla società, dovrebbe essere sacrosanto dovere delle istituzioni utilizzare i (nostri) soldi per mettere in atto queste soluzioni. Al di là di ciò, gioverebbe per cominciare a chi costruisce queste macchine, anche se bisognerebbe conoscere gli effettivi costi di produzione, ecc.. Anch’io sono per il controllo umano dato il modo di fare che ha l’italiano medio; tornando, infine, sulla questione della provvisorietà di queste soluzioni ritengo che il ribadirlo non voglia dire essere poco convinti delle soluzioni stesse, ma il far capire che nonostante tutto non ci dimentichiamo dell’imprescindibile traguardo del Rifiuto Zero.”

Daiana: “Confermo il mio accordo sulla necessaria presenza di una persona a controllare la raccolta, poiché non ho il minimo dubbio (e di questo mi rammarico) che in caso contrario ci sarebbe un immediato boicottaggio delle macchine; d’altronde l’assenza di controllo durante l’atto di gettare i rifiuti è anche alla base della pessima raccolta differenziata che si fa nei condomini, dove pure si dovrebbe intervenire per ridurre lo scempio a cui tutti, dando una rapida occhiata nei bidoni dei nostri cortili, possiamo assistere. Ribadisco la mia intenzione di stendere una mozione che punti a vincolare le grandi marche della distribuzione alimentare a ridurre gli incartamenti e a stampare su di essi più grandi e ben comprensibili le icone che guidano al loro smaltimento.”

Marialaura: “Per incominciare a informarci, vi faccio il nome di Danilo Boni, che si occupa proprio di rifiuti. Per il resto, sappiamo benissimo come gli interessi del Comune e dell’AMSA siano fortemente intrecciati al fine di fregarci, quindi la soluzione è scoprire quali sono questi interessi e trovare un escamotage, non c’è altra soluzione! Sono particolarmente favorevole alla dislocazione di siti di raccolta remunerata in Zona, anche perché potrebbero essere l’inizio di un “ritorno al passato”, di una “devoluzione felice” in cui la vecchietta prende i rifiuti dal cortile del proprio palazzo per portarla lì dove sarà pagata per la loro consegna! A me una cosa del genere va bene! Infine, anche se Rifiuti Zero sembra solo un’utopia io credo che un giorno potremo arrivarci: pensiamo a quanto ci sembrava impossibile l’eliminazione dei dannosissimi sacchetti di plastica, eppure adesso è realtà (anche se non sono ancora tutti scomparsi e la plastica bio è ancora troppo costosa)!”

Valerio: “A Milano sarà senz’altro una bella sfida..! Altrove (come in Germania) è tutto più semplice perché ci sono una cultura e un sistema diversi, ad esempio il reso del vetro lì funziona benissimo… Qui bisognerà effettivamente capire che costi e che interessi gireranno intorno a tutto il progetto. Io punterei a “rafforzare” i meccanismi di differenziata che ci sono già, come le riciclerie urbane: ce ne sono ma sono mal pubblicizzate!”

Stefano: “Ci vorrebbero macchine ‘intelligenti’ che capiscano quando si cerca di introdurvi qualcosa che non va bene, magari ributtandolo fuori… Potremmo effettivamente iniziare a sentire Danilo Boni e vedere se lui sa qualcosa di come funzionano queste macchine e come possano essere introdotte nel nostro territorio.”

Fabio: “Il rifiuto segue la strada del profitto: nel costo del prodotto è compreso anche quello per il suo smaltimento! Come diceva Valerio, in Germania il reso delle bottiglie di vetro funziona egregiamente. A Rifiuti Zero ci si arriva disincentivando la produzione delle bottiglie di plastica, “punendo” in qualche modo chi ancora lo fa o chi non accetta i resi delle bottiglie, non solo quelle di vetro: sono certo che le massaie prenderebbero volentieri l’abitudine di recarsi a riempire di detersivo il flacone vuoto se avessero tutta la comodità e la disponibilità per farlo.”

Franco: “E’ vero che la bottiglia resa ha un suo costo per tornare da dove è venuta, ma alla fine dei conti il reso fa guadagnare! E se la cosa ora non è possibile perché i produttori di vino ci tengono a fare la bottiglia in un certo modo solo per l’estetica, così che non è possibile riutilizzarla per un altro tipo di vino, quello è un problema loro! Dobbiamo sorvolare su queste cose a favore di una causa maggiore, spingendoli a fare bottiglie tutte uguali, se necessario.”

Valentina: “Conosco studentesse, in particolare del Politecnico, che stanno giusto studiando le modalità per raggiungere l’obiettivo Rifiuti Zero, progettando e brevettando vari espedienti. Perché non sfruttare queste occasioni? A questo proposito mi domando perché l’AMSA nega il permesso agli studenti e ricercatori di prelevare del materiale di scarto per lavorarci; potrebbe essere molto utile, ad esempio, anche come materiale grezzo per le stampanti 3D! Bisogna far leva su questi concetti di riuso, riciclo, reinvenzione dei materiali, sfruttando spazi dove li si metta in pratica e dove si effettuino, ad esempio, degli scambi: una certa quantità di plastica da ‘buttare’ per il quantitativo di strofinacci che con quella plastica si riescono a produrre!”

Silvia: “Noto che l’argomento porta a molte idee e proposte… Ma alcune devono diventare legge, come il divieto assoluto dei sacchetti di plastica nella grande distribuzione! Ancora, si potrebbe chiedere al Comune di agevolare in qualche modo i negozi di vendita di liquidi alla spina, così che possa diventare accattivante non solo l’idea di frequentarli, ma anche di aprirli e di adottarne la politica di commercio.”

Massimo: “Sono d’accordo sull’idea di potenziare le riciclerie urbane già esistenti: la cosa può andare di pari passo con la differenziata remunerata! Però bisogna dire che la ricicleria, purtroppo, si basa su un’etica diversa, che è ancora quella del gettare il rifiuto senza alcun tipo di ricavo né in termini economici, né energetici né sociali. Tornando sulla questione del come scrivere la mozione, rispondo a Stefano: alla fine siamo d’accordo, il voler precisare che si tratta di soluzioni temporanee è solo per far capire che non trascuriamo il lungo termine.”

Fabio: “Se mi dessero un tot di euro per portare personalmente un televisore in ricicleria o altrove, io lo farei volentieri, ci porterei anche quello del mio vicino!: perché non pensare a incentivi del genere, specie ora che questi rifiuti non possono essere più lasciati in strada all’AMSA e che quest’ultima chiede un bel po’ di soldi per ritirare certi rifiuti a domicilio?”

Daiana: “Tanto per iniziare a tirare le somme, resto dell’idea della necessità di due interventi, uno più “in alto” (vincoli alla grande distribuzione, eventualmente da pensare come mozione inter-zonale, cittadina) e uno più “in basso” (mozione presso il CdZ per l’avvio della raccolta differenziata remunerata). Ovviamente, sono per dare la priorità a quest’ultima, quindi non ci resta che iniziare a informarci e documentarci.”



La riunione a questo punto si scioglie e si dà appuntamento a fine maggio/inizio giugno (data da destinarsi) per proseguire sul corrente argomento.



Daiana Filloramo