mercoledì 30 maggio 2012

Piola: incontro del 30 maggio 2012


M5S - Gruppo Piola
Incontro 30 maggio 2012 alle ore 21 al “Bar de Milan”
Tavolo di discussione: mercato del lavoro

Intervengono in ordine: Josè, Luca, Patrizia, Mauro, Elia, Valerio e Marco.

Josè: Tutti devono poter accedere all’università e poter frequentare dei corsi utili che gli permettano di avere uno sbocco nel mondo del lavoro.
Il numero di accessi ai corsi universitari deve essere proporzionale alle vacancy del mercato, e il numero dei docenti deve essere proporzionato agli studenti.  La selezione in base al merito deve avvenire prima e/o durante lo studio, non dopo.

Luca: Nelle università ci sono troppi corsi inutili, gli anni dedicati agli studi devono poter portare a un lavoro inerente agli studi stessi.
Patrizia: Non ci sono lauree inutili, sono tutti percorsi ed esperienze di crescita personale dei giovani.
Bisognerebbe creare un legame forte tra l’università e il mondo del lavoro, attraverso l’utilizzo di stage, tirocini ecc.
Non è d’accordo con il numero chiuso per i corsi di laurea.

Mauro: Ho un mio studio d’ingegneria, nel quale spesso prendo giovani studenti/ laureati, il livello della loro preparazione è troppo basso e spesso dobbiamo fare formazione anche di base ai nuovi arrivi.
Questo succede perché nelle università mancano i fondi, la mancanza di finanziamenti limita le attività che i professori possono fare.
Inoltre manca la volontà dei docenti a far crescere le capacità degli studenti.
Un’idea alla quale sto pensando è la creazione di un sito internet che metta in relazione le università, il mondo del lavoro e i professionisti, in questo modo può avvenire uno scambio d’informazioni utile sia alla ricerca del lavoro ma anche alla formazione universitaria dei giovani.

Elia: Il problema della preparazione degli studenti non è solo all’università, dalle medie deve essere rivisto il livello qualitativo degli insegnanti, i metodi d’insegnamento sono troppo vecchi e obsoleti.
È importante creare una valutazione dei docenti, poiché dopo anni e anni dietro a una cattedra diventano dei parassiti e le loro lezioni sono piene di nozionismi completamente scollegati dal mondo del lavoro.
È importante inserire efficienti strumenti per lo scambio d’informazioni tra l’università e il mondo del lavoro e tra gli studenti.
Le agenzie formative hanno fallito (non tutte), spesso fanno i corsi solo per prendere i fondi del comune.
Valerio: bisogna creare una nuova cultura d’impresa, l’università deve dare gli strumenti per captare i bisogni della società.
Marco: concorda sul fatto che i contenuti scolastici siano poco utili ad iniziare un lavoro senza un’ulteriore formazione pratica.
I docenti universitari dopo una certa età dovrebbero smettere di insegnare e lasciare il posto alle energie dei giovani.

Josè: inutile formare tante persone per un determinato lavoro quando si sa che ci saranno solo pochi e definiti posti vuoti, vorrebbe dire far studiare un sacco di studenti per diventare veterinari e solo una minima parte di questi inizierà la professione perché sul territorio italiano ci sono 20 posti di lavoro liberi per veterinari.
In Spagna i corsi universitari possono essere frequentati da tutti iscritti e non iscritti.
Non si nega a chi vuole apprendere di frequentare i corsi universitari ma il titolo di studio deve/dovrebbe essere rilasciato solo in base al bisogno effettivo del mercato.

Luca: concorda con quanto detto da Josè.
Bisogna fare uno studio della situazione lavorativa e della disoccupazione tenendo presente i percorsi di studio, così da poterli identificare ed eliminare tutti quei corsi che hanno le percentuali di disoccupazione tra i propri diplomati e laureati.
Inoltre è importante ristrutturare la scuola superiore in modo che gli studenti abbiano una formazione tale da poter iniziare a lavorare subito dopo i 5 anni di superiori.

Patrizia: non concorda con Josè e con Luca.
Chi definisce domanda e offerta?
I fondi per informatizzare e creare un rapporto concreto e stabile tra scuola e lavoro?
Come si possono eliminare i clientelismi?
Chi esce dei professionali deve essere operativo e pronto a lavorare da subito! Chi esce da ragioneria deve saper fare il ragioniere!

Elia: L’analisi dei fabbisogni è importante, paghiamo persone e persone che studiano il mercato del lavoro, ma l’ente pubblico fa quello che può, spesso finisce a subappaltare le analisi o a utilizzare dati statistici vecchi. In questo modo l’analisi effettuata non ha una reale rispondenza del mercato del lavoro.
È una situazione in cui chi ricopre un ruolo non ha stimoli, strumenti o la specializzazione per svolgerlo al meglio.
Nel pubblico il 90% di chi fa le analisi sul fabbisogno e delle realtà aziendali è incompetente.

Valerio: gli uffici di orientamento al lavoro devono essere ricercati dagli studenti, nelle scuole bisogna insegnare ai ragazzi come approcciarsi al mercato, educare i giovani al lavoro.
La formazione deve rendere consapevole la persona di ciò che sta apprendendo e deve dare la possibilità di sperimentare ciò che si apprende direttamente sul campo.
Mauro: centralizzare quelle che sono le fonti delle competenze in una banca dati.
Inserire le competenze ottenute in una banca dati, facilità anche la ricerca delle imprese consentendo di selezionare quelle competenze specifiche richieste per occupare i posti di lavoro liberi.
L’università per mancanza di fondi continua a fare le stesse ricerche.

Marco: non concorda sul numero chiuso dei corsi rispetto alle professioni.
Creare un forte legame tra l’università e le aziende è importante, l’obiettivo è di formare gli studenti prima della conclusione del loro ciclo di studi. In questo modo sarà più facile l’approccio con il mondo del lavoro favorendo la possibilità di instaurare rapporti, conoscenze, collaborazione mirate ad ottenere un posto di lavoro.